mercoledì 5 febbraio 2014

...il più delle volte ti chiedi come sia accaduto....socchiudi gli occhi, ripercorri la stanza di quegli ultimi ricordi.
Avanti.
Lentamente.
Poi indietro, di nuovo.
Eppure sfugge l'attimo in cui hai smesso di respirare.
Il preciso istante nel quale hai deposto le armi.
Il momento in cui la realtà ha bussato al tuo mondo, ti ha svegliato dal sogno e ti ha invaso.
Riavvolgi quel nastro.
Riprendi a studiarlo, fotogramma per fotogramma: ma quel che non hai più non riesci a recuperarlo.
Ti accorgi così, come se fosse uno squarcio nel tuo petto, che non possiedi più parte di te.
Sì, certo, il cuore batte ancora
Hai ancora fame.
Le gambe trascinano il tuo corpo verso qualsiasi meta: ma avverti la stanchezza.
Percepisci quel sottile velo di malinconia sui tuoi occhi: se fai attenzione, puoi quasi toccare con mano la tua nuova inconsistenza...
A nulla serve cercarti tra le nuvole alla finestra.
Guardarti allo specchio riesce solo a darti il senso del vuoto che ti caratterizza.
La domanda è sempre la stessa: quando!
'Quando è accaduto di perdermi.'
Eppure non era un labirinto: era un lungo viale alberato, la sua mano stringeva la mia, tutto era come doveva essere.
E invece: sei lì!
Senza più la vaga idea di chi tu sia, in un luogo che non conosci più.
Non hai punti di riferimento.
Solo quell'imperativo che martella il tuo cervello: devi farcela!
E quella forza che per inerzia ti spinge.
C'è chi la chiama istinto di sopravvivenza, chi la chiama voglia di vivere.
Ma per te è marginale: hai perso ciò che non riavrai
Ti spinge a restare l'illusione di poterti ritrovare.

Saso



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